Quando l’architettura incontra il riciclo e genera energia


È il caso di Powerbarn, una centrale per la produzione di energia e calore da biomassa vegetale progettata da Giovanni Vaccarini Architetti a Russi (RA), nel cuore della Romagna, a partire dalla riconversione dell’ex fabbrica di Eridania, in un’area storica per la coltivazione e la lavorazione della barbabietola da zucchero.

 

 

 

Il nuovo impianto di biomassa trovandosi in una zona prevalentemente agricola trae le risorse energetiche per produrre biomassa dai campi, infatti è alimentato con cippato di legna, oltre a residui di sfalcio e pulizia degli argini dei fiumi e da potatura provenienti da una filiera corta in un raggio di 70 km. La produzione annua del polo è stimata in 222 GWh, pari al bisogno di 84.000 famiglie.

 

 

Il design si è concentrato su due temi principali:

 

– l’involucro delle sezioni principali dell’impianto (caldaia a biomassa, modulo biogas);

 

– il sistema di “bordi” e dispositivi di mitigazione ambientale / paesaggistica.

 

 

L’approccio è stato quello di stabilire una nuova sensibilità nei confronti delle relazioni con l’ambiente, nonché una nuova filosofia incentrata sull’energia da fonti rinnovabili, compatibile con l’ambiente e l’ecosistema.

 


La proposta architettonica è radicata nella convinzione che gli edifici debbano essere considerati parte integrante del paesaggio agricolo che li circonda.

 

 

Sono due i principali corpi di fabbrica che contraddistinguono la Powerbarn: gli edifici caldaia e camino, dalle imponenti dimensioni. La caldaia è lunga 100 metri e raggiunge un’altezza di 30 metri mentre il camino svetta per 50 m. L’involucro esterno degli edifici principali è costituito da moduli di forma triangolare con un pattern di 7.600 doghe in legno che varia costantemente a ogni faccia, che donano all’osservatore percezioni diverse in funzione del punto di vista dal quale si osserva e delle condizioni di luce.

 

 

I temi del perimetro e del bordo del complesso sono stati interpretati alla scala del paesaggio. La terra dagli scavi non viene rimossa dal sito, ma riutilizzata per modellare il terreno. Il risultato è un terrapieno attorno al perimetro del sito che ha funzione di recinzione naturale e un berm paesaggistico che nasconde i mucchi di trucioli di legno alla vista e stabilisce una barriera fonoassorbente, con forme ispirate alle dune tipiche del paesaggio adriatico, percorribili tramite piste ciclabili e pedonali.

 

 

Questo progetto di Giovanni Vaccarini Architetti, è un polo industriale “aperto” ai cittadini, con i confini tracciati dalla natura e dalle infrastrutture, che unisce la tecnologia della bio-massa a un nuovo modo di vivere il paesaggio bio-dinamico.


La *Biomassa* utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili ovvero trasformati in combustibili solidi, liquidi o gassosi.